Impianto transcatetere della valvola aortica: esiti a un anno


L’impianto transcatetere della valvola aortica ( TAVI ) è emerso come una nuova opzione terapeutica nei pazienti ad alto rischio con stenosi aortica grave.
PARTNER EU è il primo studio che ha valutato in modo prospettico gli esiti procedurali e a medio termine dell’impianto della valvola Edwards SAPIEN transfemorale ( TF ) o transapicale ( TA ) mediante un approccio multidisciplinare.

Gli endpoint primari di sicurezza erano la mortalità a 30 giorni e a 6 mesi.
Endpoint di efficacia primari erano il miglioramento emodinamico e funzionale a 12 mesi.

Hanno preso parte allo studio 130 pazienti ( 61 impianto transfemorale, 69 impianto transapicale ), di età media 82.1 anni.

I pazienti con impianto transapicale avevano un più alto EuroScore logistico ( 33.8 vs 25.7%, P=0.0005 ) e maggiore malattia periferica ( 49.3 vs 16.4%, P minore di 0.0001 ).

Le procedure sono state interrotte in 4 casi di impianto transapicale ( 5.8% ) e 6 casi di impianto transfemorale ( 9.8% ).
L’impianto della valvola ha avuto successo nei pazienti rimanenti nel 95.4 e 96.4% dei casi, rispettivamente.

La sopravvivenza a 30 giorni e a 6 mesi è stata di 81.2 e 58.0% ( transapicale ) e 91.8 e 90.2% ( transfemorale ).

In entrambi i gruppi, il gradiente aortico medio è diminuito da 46.9 a 10.9 mmHg a 6 mesi dopo impianto transcatetere della valvola aortica.

In totale, il 78.1% e l’84.8% dei pazienti ha sperimentato un miglioramento significativo nella classe NYHA, mentre il 73.9% e il 72.7% ha migliorato i punteggi del Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire ( KCCQ ) in coorti transapicale e transfemorale, rispettivamente.

In conclusione questo primo Registro Europeo TAVI multicentrico ha mostrato risultati promettenti nei pazienti ad alto rischio sottoposti a impianto tranfemorale o transapicale.
I tassi di sopravvivenza sono risultati significativamente differenti tra i gruppi tranfemorale e transapicale, e probabilmente riflettono il profilo di rischio più elevato della coorte transapicale.
Uno screening ottimale del paziente, la selezione dell'approccio e la raffinatezza del dispositivo potrebbero migliorare i risultati. ( Xagena_2011 )

Lefévre T et al, Eur Heart J 2011; 32: 148-157



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