Trombosi da stent più comune con gli stent a eluizione di farmaco che con gli stent di metallo nudo


La sicurezza degli stent a eluizione di farmaco è stata messa in discussione dalle recenti segnalazioni di un’aumentata incidenza di trombosi da stent, infarto miocardico e morte.
Tali studi sono non conclusivi a causa delle insufficienti dimensioni, di una limitata durata del periodo osservazionale.

E’ stata compiuta un’analisi pooled ( congiunta ) di dati di 4 studi, in cui 1748 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere stent a eluizione di Sirolimus o stent di metallo nudo, e di 5 studi in cui 3513 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere stent a eluzione di Paclitaxel o stent di metallo nudo.

I Ricercatori hanno analizzato i principali endpoint clinici degli studi clinici.

La percentuale a 4 anni della trombosi da stent è stata dell’1.2% nel gruppo stent a rilascio di Sirolimus contro lo 0.6% nel gruppo stent di metallo nudo ( p = 0.20 ) e 1.3% nel gruppo stent a rilascio di Paclitaxel contro lo 0.9% nel gruppo stent di metallo nudo ( p = 0.30 ).

Tuttavia, dopo 1 anno, ci sono stati 5 episodi di trombosi da stent nei pazienti con stent a rilascio di Sirolimus contro nessuno dei pazienti con stent di metallo nudo ( p = 0.025 ), e 9 episodi nei pazienti con stent ad eluizione di Paclitaxel contro 2 nei pazienti con stent di metallo nudo ( p = 0.028 ).

La percentuale a 4 anni della rivascolarizzazione della lesione target è stata marcatamente ridotta sia nel gruppo stent a base di Sirolimus che nel gruppo stent a base di Paclitaxel, rispetto ai gruppi stent di metallo nudo.

L’incidenza di mortalità o di infarto miocardico non è risultata significativamente diversa tra i pazienti con stent a eluizione di farmaco e quelli con stent di metallo nudo.

L’analisi ha mostrato che la trombosi da stent dopo 1 anno era più comune sia con gli stent a eluizione di Sirolimus che con gli stent a rilascio di Paclitaxel.
Entrambi gli stent a eluizione di farmaco erano associati ad una marcata riduzione della rivascolarizzazione della lesione target.
Non sono state osservate significative differenze nelle percentuali cumulative di morte e di infarto miocardico a 4 anni. ( Xagena_2007 )

Stone GW et al, N Engl J Med 2007; 356: 998-1008




Link: MedicinaNews.it

Cardio2007