Il reinfarto precoce dopo angioplastica primaria è associato ad un aumento della mortalità
La recidiva di infarto miocardico dopo terapia fibrinolitica è associata ad un’aumentata mortalità.
Uno studio compiuto in Olanda ha analizzato i predittori e gli outcome del reinfarto in una serie consecutiva di pazienti sottoposti ad angioplastica primaria.
La popolazione studiata è stata di 1955 pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ) sottoposti ad angioplastica primaria tra il 1997 ed il 2002.
Il reinfarto precoce era definito come il raggiungimento di due criteri clinici entro 30 giorni dopo la procedura:
1) sintomi ischemici ricorrenti per più di 15 minuti dopo risoluzione dei sintomi dell’iniziale infarto miocardico;
2) nuove alterazioni del tratto ST/onda T o nuove onde Q;
3) reinnalzamento della creatin-chinasi ( CK ) o creatin-chinasi MB ( CK-MB ) ai livelli più alti del normale ( o di un altro 20% se già più alti rispetto al normale ).
Il re-infarto precoce è stato osservato nel 3.8% ( n = 75 ) dei pazienti.
Predittori indipendenti del re-infarto a 30 giorni sono risultati essere: classe avanzata Killip ( p = 0.002 ), scarso flusso TIMI pre-procedura ( p = 0.014 ), somministrazione degli inibitori IIb-IIIa ( p = 0.02 ) e diabete ( p = 0.038 ).
Il 5.6% ( n = 107 ) dei pazienti è morto.
Il re-infarto precoce è risultato associato ad una significativa più alta mortalità ( 22.7% versus 4.9%; p < 0.001 ) anche dopo aggiustamento per fattori confondenti ( HR = 3.32; p < 0.0001 ).
Lo studio ha mostrato che tra i pazienti sottoposti ad angioplastica primaria per infarto miocardico con sopraslivellamento ST, la classe Killip avanzata alla presentazione, lo scarso flusso TIMI pre-procedura, l’impiego degli inibitori IIb-IIIa ed il diabete erano fattori indipendenti di re-infarto a 30 giorni. ( Xagena_2006 )
De Luca G et al, Am Heart J 2006; 151: 1256-1259
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Cardio2006