Ricostruzione chirurgica del ventricolo nei pazienti con scompenso cardiaco: il bypass coronarico non riduce l’incidenza di ospedalizzazione per cause cardiache o di decessi
La ricostruzione chirurgica del ventricolo è una specifica procedura disegnata per ridurre il volume ventricolare sinistro nei pazienti con insufficienza cardiaca causata da malattia coronarica.
Ricercatori del Duke University Medical Center a Durham negli Stati Uniti, hanno condotto uno studio per valutare se l’aggiunta della ricostruzione chirurgica ventricolare al bypass coronarico ( CABG ) fosse in grado di aumentare il tasso di mortalità o di ospedalizzazione per cause cardiache rispetto al solo CABG.
Tra il 2002 e il 2006, 1.000 soggetti sono stati assegnati in maniera casuale a essere sottoposti al solo bypass coronarico ( n=499 ) o a CABG con ricostruzione chirurgica ventricolare ( n=501 ).
I soggetti presentavano una frazione di eiezione uguale o inferiore a 35%, malattia coronarica che li rendeva idonei a CABG e disfunzione ventricolare sinistra anteriore dominante che li rendeva idonei per la ricostruzione chirurgica del ventricolo.
L’outcome primario era un composito di mortalità per qualsiasi causa e ospedalizzazione per cause cardiache.
Il periodo osservazionale mediano è stato di 48 mesi.
La ricostruzione chirurgica del ventricolo ha ridotto del 19% il volume telesistolico rispetto alla riduzione del 6% osservata con il solo CABG.
I sintomi cardiaci e la tolleranza allo sforzo sono migliorati in modo simile nei entrambi gruppi, rispetto al basale.
Non sono state osservate differenze nell’outcome primario, che si è verificato nel 59% dei pazienti del gruppo sottoposto solo a CABG e nel 58% nel gruppo CABG più ricostruzione chirurgica del ventricolo ( hazard ratio per l’approccio combinato: 0.99; P=0.90 ).
In conclusione, l’aggiunta della ricostruzione chirurgica ventricolare al bypass aorto-coronarico riduce il volume ventricolare sinistro rispetto al solo CABG.
Tuttavia, questo cambiamento anatomico non è risultato associato a un maggior miglioramento nei sintomi e nella tolleranza allo sforzo o a una riduzione nell’incidenza di mortalità o di ospedalizzazione per cause cardiache. ( Xagena_2009 )
Jones RH et al, N Engl J Med 2009; 360: 1705- 1717
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