Blocco atrioventricolare congenito: l’impianto di elettrocateteri bipolari a eluizione di steroidi per via epicardica risulta preferibile nei pazienti di età inferiore ai 4 anni


Il numero di pacemaker impiantati in età pediatrica è in continua crescita. In questi pazienti l’impianto può risultare difficoltoso e maggiormente correlato a complicanze nel tempo, date le ridotte dimensioni fisiche dei pazienti, la presenza di cardiopatie congenite complesse e la necessità di un pacing a lungo termine.
Rimane ancora aperto il dibattito su quale sia il migliore approccio all’impianto del dispositivo.

È stata analizzata in modo retrospettivo una popolazione di 127 pazienti pediatrici, sottoposti a impianto di pacemaker nel Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari dell’Università degli Studi di Padova nel periodo 1980-2012, affetti da blocco atrioventricolare congenito, associato a cardiopatia congenita o secondario a correzione cardiochirurgica della cardiopatia.
Di questi pazienti, 83 sono stati seguiti con regolare follow-up ( ambulatoriale e tramite controllo remoto ) per valutare lo stato clinico, la corretta funzionalità e l’integrità del dispositivo.

L’età mediana al primo impianto è risultata di 3 ( 0-8 ) anni. L’80.7% dei pazienti presentava una cardiopatia congenita.

Nel 71.1% l’impianto era conseguente a un blocco atrioventricolare post-operatorio. L’approccio epicardico è stato utilizzato nel 63.9% dei pazienti, l’endocardico nel 36.9%.

Il gruppo di pazienti con approccio epicardico era significativamente più giovane, con una età mediana all’impianto di 1 ( 0-5.5 ) anni vs 7.5 ( 4.7-10 ) anni ( p inferiore a 0.001 ).

Analizzando le complicanze intercorse durante il follow-up ( rottura e stiramento degli elettrocateteri, deficit di pacing e sensing, infezioni, occlusioni venose ), i medici hanno riscontrato una differenza statisticamente significativa negli impianti eseguiti tra gli 0 e i 4 anni di età: l’approccio endocardico in tali pazienti è risultato correlato a una maggiore incidenza di complicanze rispetto all’epicardico ( 66.7% vs 30.3%, p inferiore a 0.05 ).

Dallo studio è emerso che, in età pediatrica, l’impianto di elettrocateteri bipolari a eluizione di steroidi per via epicardica risulta preferibile nei pazienti di età inferiore ai 4 anni data la minor incidenza di complicanze nel corso del follow-up.
Per età superiori non c’è differenza significativa tra le due tecniche.
Dall’analisi della performance dei cateteri epicardici si è evidenziata una netta superiorità dei cateteri a eluizione di steroidi rispetto ai cateteri non-a-eluizione di steroidi.
I cateteri epicardici bipolari a eluizione di steroidi sono comparabili agli endocardici in termini di complicanze e performance nel lungo termine. ( Xagena_2014 )

Ferretto S et al, G Ital Cardiol 2014;15: Suppl 1

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