Shock cardiogeno dopo infarto miocardico acuto: supporto circolatorio meccanico percutaneo rispetto a contropulsatore aortico


Uno studio multicentrico, randomizzato, prospettico, e in aperto, ha messo a confronto un nuovo dispositivo percutaneo di supporto circolatorio meccanico ( pSCM ) ( Impella CP ) ( n = 24 ) con il contropulsatore aortico tradizionale ( n=24 ) nei pazienti con shock cardiogeno grave dopo infarto miocardico acuto.

Lo shock cardiogeno è stato definito come una pressione arteriosa sistolica inferiore a 90 mmHg o la necessità di farmaci inotropi o vasodilatatori e la necessità di ventilazione meccanica.

L’endpoint primario dello studio era la mortalità globale a 30 giorni, che è risultata sovrapponibile nei pazienti trattati con il contropulsatore aortico e in quelli trattati con il pSCM ( 50 e 46%, rispettivamente; hazard ratio [ HR ] con il pSCM: 0.96 ).

A 6 mesi, i tassi di mortalità per entrambi i bracci di randomizzazione erano del 50% ( hazard ratio, HR=1.04 ).

In questo studio randomizzato esplorativo, comprendente pazienti ventilati meccanicamente con uno shock cardiogeno post-infarto miocardico, il trattamento di routine con un nuovo dispositivo percutaneo di supporto circolatorio meccanico non è risultato associato a una riduzione della mortalità a 30 giorni rispetto al contropulsatore aortico tradizionale. ( Xagena_2017 )

Ouweneel DM et al, J Am Coll Cardiol 2017; 69: 278-287

Xagena_Medicina_2017