Procedura PCI: il sanguinamento maggiore è un predittore indipendente di decesso a 1 anno


I pazienti che si sottopongono ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ) presentano un significativo rischio di complicanze emorragiche.
I predittori di emorragia maggiore e la sua relazione alla mortalità nell’intervento PCI, non sono ben definiti.

Uno studio si è posto l’obiettivo di definire i predittori al basale e periprocedurali dell’emorragia maggiore ed il suo impatto sulla mortalità nei pazienti sottoposti ad intervento coronarico percutaneo elettivo o urgente, assegnati all’Eparina ed inibitore della glicoproteina IIb/IIIa, rispetto alla Bivalirudina più inibitore Gp IIb/IIIa, nello studio REPLACE 2

Su 6.001 pazienti, il 3,2% ha presentato emorragia maggiore.

I predittori basali indipendenti di emorragia maggiore comprendevano: età avanzata, sesso femminile, alterazione della clearance della creatinina ed anemia; i predittori periprocedurali indipendenti di emorragia maggiore comprendevano: trattamento con inibitore Gp IIb/IIIa, più lunga durata della procedura, uso temporaneo degli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa, aumentato tempo alla rimozione della guaina, lunghezza della permanenza nell’Unità di Cura Intensiva, ed impiego di una pompa intraortica a palloncino ( p<0,005 per tutti ).

La percentuale di mortalità è rrisultata più alta nei pazienti con emorragia maggiore a 30 giorni ( 5,1% versus 0,2% senza grave emorragia ), a 6 mesi ( 6,7% versus 1,0% ) e ad 1 anno ( 8,7% versus 1,9%; p<0,001 per tutti ).

Inoltre, l’emorragia maggiore è risultata un predittore indipendente di mortalità ad 1 anno ( odds ratio, OR=2,66; p=0,002 ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti sottoposti ad intervento coronarico elettivo o urgente, l’emorragia maggiore è un predittore indipendente di mortalità ad 1 anno. ( Xagena_2007 )

Feit F et al, Am J Cardiol 2007; 100: 1364-1369



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