Gli stent ricoperti di polimeri biodegradabili possono offrire un’interessante alternativa sia agli stent convenzionali ( BMS ) che agli stent medicati ( DES ), anche se recentemente sono stati riportati alcuni dati discordanti sulla loro sicurezza ed efficacia.

Sono state effettuate ricerche di letteratura per individuare studi randomizzati controllati che avessero confrontato pazienti trattati con l’impianto di stent ricoperti di polimero biodegradabile.

L’endpoint primario era rappresentato dai MACE ( eventi cardiaci avversi maggiori ).

L’analisi ha riguardato 13 studi per un totale di 18.374 pazienti. Di questi, 6 studi riguardavano l’uso di stent a rilascio di Biolimus, 5 a cessione di Sirolimus e 1 ciascuno per Paclitaxel ed Everolimus.

Dopo 1 anno ( range 1-2 ) i tassi di MACE non sono risultati differenti tra i pazienti in cui erano stati impiantati stent biodegradabili rispetto a quelli con stent permanente ( odds ratio, OR=0.90 e OR=0.86 ), così come il tasso di infarto miocardico ( OR=1.04 e OR=0.81 ), di trombosi di stent ( OR=0.99 e OR=0.67 ), e di rivascolarizzazione ( OR=0.99 e OR=0.94 ).

All’analisi di meta-regressione, il diabete mellito è risultato aumentare il rischio di recidiva ( B 0.09, p inferiore a 0.001 ), mentre c’è stata una tendenza alla riduzione di MACE, per i pazienti che si presentavano con infarto miocardico ( B -0.005, p = 0.04 ).

I risultati complessivi sia per l’analisi diretta, sia per la meta-regressione non differivano anche dopo aver escluso gli studi con gli stent di metallo nudo.

A un follow-up di medio termine, gli stent biodegradabili sembrano dare risultati simili in termini di efficacia e sicurezza agli attuali stent a rilascio di farmaco.
Sono necessari studi dedicati per poter capire il reale beneficio per i pazienti con infarto miocardico acuto e il rischio per quelli con diabete mellito. ( Xagena_2014 )

Barbero U et al, G Ital Cardiol 2014; 15: Suppl 2 al N 4

Cardio2014 Farma2014

XagenaFarmaci_2014